Vedova. Scultore

Germano Celant
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Editore: Skira
Collana: Arte moderna. Cataloghi
Codice EAN: 9788857206967
Anno edizione: 2010
Anno pubblicazione: 2010
Dati: libro
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Descrizione

L’iter scultoreo di un grande maestro del Novecento.Emilio Vedova inizia la sua ricerca artistica a metà degli anni trenta a Venezia e subisce immediatamente l’attrazione profonda verso la grande pittura e scultura veneziana, tanto che la dinamica mobilità del barocco e il suo agitarsi inquieto e problematico accompagnano il giovane pittore in un estremo e totale coinvolgimento tridimensionale. L’opera di “Emilio Vedova Scultore” nasce proprio dal suo sentirsi parte viva e attiva entro spazi amati e scontrati, fonti inesauribili di stimoli e di provocazioni, che sfociano in interventi volumetrici nell’ambito della scultura, dell’architettura, dell’opera musicale e del teatro. Nel 1958 la collocazione a soffitto di un’opera geometrica, allestita per la mostra a Palazzo Zachenta a Varsavia, conferma l’interesse scultoreo di Emilio Vedova e il suo atteggiamento teso ad articolare implicazioni spaziali.Seguono, nel 1959, a Venezia i “teleri a elle” nella pittura/ambiente a Palazzo Grassi, seguiti dall’esperienza, in collaborazione con Luigi Nono, dell’opera musicale Intolleranza ’60 al Teatro La Fenice. Con i Plurimi, che datano dal 1961 al 1965 e sono anticipati dai Rilievi (1960-1964), Vedova stacca il quadro dalla parete e lo installa nello spazio in un insieme di superfici frammentate e intersecate tra pittura/scultura/architettura. A Berlino realizza i Plurimi dell’Absurdes Berliner Tagebuch ’64, che troveranno qualche anno dopo il loro naturale sviluppo nello Spazio/Plurimo/Luce costruito per l’Expo di Montréal nel 1967, nel quale per mezzo di quattordici grandi proiettori le lastrine di vetro, prodotte dall’artista a Murano, sono proiettate in simultanea nello spazio asimmetrico fino a 16 metri di altezza. Nel 1977-1978 lavora ai Plurimi/Binari del ciclo Lacerazione, dove lo scorrimento e la sovrapposizione delle superfici, pitture in bianconero strette in poderose strutture d’acciaio, determinano la continua trasformazione delle immagini, e al ciclo Frammenti/Schegge, precarie, solitarie e asimmetriche presenze, insieme ai … Cosiddetti Carnevali… Infine, dagli anni ottanta, Emilio Vedova realizza le grandi installazioni dei Dischi e Tondi in un ritrovato, vitale, aggressivo possesso spaziale. Un libro sull’intero percorso scultoreo dell’artista, anche attraverso lo studio dei cicli di modellini, veri appunti tridimensionali, che hanno scandito e assecondato quotidianamente la sua ricerca espressiva: una concezione di opera totale verso cui Emilio Vedova si sentiva chiamato.Germano Celant è dal 1995 Direttore della Fondazione Prada, Milano, dal 2007 è Curatore della Fondazione Aldo Rossi, Milano, dal 2008 è Curatore della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia, mentre dal 2009 è responsabile scientifico per Arte e Architettura della Triennale, Milano. Dal 1989 al 2008 è stato Senior Curator per l’arte contemporanea del Solomon R. Guggenheim Museum, New York. Conosciuto internazionalmente per la sua teorizzazione dell’Arte povera, nel 1987 ha ricevuto il Frank Jewett Mather Award, massimo premio statunitense per la critica d’arte.  Nel 1997 è stato curatore della XLVII Biennale di Venezia. Nel 2004 è stato Supervisore artistico per Genova 2004, Capitale Europea della Cultura, nel cui ambito ha curato la mostra Arti&Architettura, 1900-2000. Dal 1977 è contributing editor di “Artforum” e dal 1991 di “Interview”, New York; dall’ottobre 1999 collabora per il settimanale “L’Espresso”, Roma.Catalogo della mostra a Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova5 giugno – 19 settembre 2010