«Durs Grünbein scrive testi di solida sostanza, penetrando con il suo pensiero poetico nella varia densità della materia, nella sua vastità o nel minimo in cui noi stessi siamo immersi, in un gioco di particelle e «schiuma di quanti» - Maurizio Cucchi, Robinson
«Molta di questa poesia fa pensare al barocco. Grünbein ama le nature morte, gli oggetti emblematici, la pittura del Seicento. Storia e natura gli appaiono anzitutto come un luogo di rovinem un trionfo della morte, Ma è anche un poeta sempre inteso a cucire e ricucire, nel tentativo di mettere insieme i tanti pezzi in cui la nostra identità sembra essersi dispersa» - Roberto Galaverni, la Lettura
Sempre al tuo fianco il nulla baluginante,/quel muto migrante secondo/che canta sempre un meno - mai un piú.
Andando per le piccole città/il vuoto del sottopassaggio, poi la piazza./Eccoti, ma non ci sei, non ci sei mai stato.
Quando il sole è al culmine, in tutto/
si fa la conta: un due tre,/ombra indiscreta, ed è già finita.
Spesso nella poesia di Grünbein tutto parte da un'immagine colta al volo: un gruppo di migranti sdraiati in un prato, due moto incastrate dopo un incidente, una barca rovesciata da un'onda... Ma poi da quell'immagine nascono altre immagini, per associazioni a volte sorprendenti, sempre illuminanti. E riflessioni che coinvolgono le più varie branche del pensiero, non ultime le neuroscienze e la fisica quantistica. Queste connessioni improvvise e impreviste sono espresse in maniera lucida, non sentimentale, ma a partire dallo spiazzamento mentale toccano poi corde sempre più profonde e coinvolgenti. Oppure, se non da immagini, si parte dalle parole: da metafore come quella del cervello-ripostiglio in Umanista misantropo, una delle poesie più emblematiche; o da serie di parole legate tra loro da nessi fonetici e semantici, come nei Verbi bianchi. E si procede di lì, introducendo anche elementi autobiografici, in un argomentare a briglia sciolta, sempre sul filo delle analogie e delle evocazioni. I versi di Grünbein sono quanto di piúù ambiguo si possa pensare. Da un lato, con la loro lunghezza e la sintassi articolata, dànno l'impressione di un ragionamento logico e controllato, dall'altro propongono salti sfrenati in universi di senso a cui è possibile accostarsi solo con l'intuizione. È l'ambiguità dei grandi poeti-filosofi, categoria alla quale Grünbein appartiene ormai con piena sicurezza. Schiuma di quanti raccoglie poesie dalle ultime tre raccolte di Grünbein pubblicate in Germania, più una serie di versi ancora inediti.