Libro candidato da Massimo Gramellini al Premio Strega 2022
Un romanzo dall'invenzione rutilante: generoso, esagerato, divertente, allucinato, tragico. Un affresco narrativo dell'Italia e degli italiani in questi nostri pazzi anni Venti.
In questo romanzo divertente e feroce, il direttore di Tuttolibri (l'inserto letterario della Stampa) Bruno Ventavoli, porta il lettore in un viaggio attraverso i vizi dell'Italia contemporanea. Nello spirito di film come Amici miei o altri grandi della commedia all'italiana, Ventavoli segue le disavventure di una ventina di personaggi, le cui vite s'incrociano in modo inatteso ed esplosivo. Un po' giallo, un po' commedia, un po' satira di costumi, un po' inchiesta giornalistica, questo romanzo è soprattutto un grande piacere di lettura, perché il lettore è invitato a seguire le tante vicende rocambolesche, sentimentali, sessuali, criminali dei tanti personaggi. C'è la coppia di sposi sado-maso, ci sono i rave party, c'è la partita di calcetto nella nebbia islandese, c'è Antonia aspirante attrice, c'è un suicidio che sembra proprio un omicidio, ci sono i naziskin, gli anarchici che sfasciano il SUV del notaio Enrico, ci sono Nicu e Daina, immigrati dall'est alla ricerca di una vita normale in Italia, c'è un tesoro nascosto in una caverna, ci sono le feste piccanti della Contessa. Il tutto ambientato nella felice pianura padana, tra Torino, l'Emilia e la Lombardia: un'inestricabile trama di destini che si scontrano e si incrociano, in una sarabanda di idee e d'invenzione.
Proposto da Massimo Gramellini al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:
«Perché candidare allo Strega un libro di racconti? Intanto perché non è un libro di racconti, ma una raccolta di bozzetti legati da una filo sottile che alla fine della lettura rivela l'esistenza di una trama ingegnosa. E poi perché Ventavoli ha il dono raro dei grandi pattinatori: scivola in superficie per lasciare solchi indelebili, disegnando traiettorie esteticamente perfette. Chi ha detto che per essere profondi bisogna essere pesanti e oscuri? Se dovessi abbinare un aggettivo a queste pagine, ne sceglierei uno abbastanza in disuso: deliziose. L'atmosfera è surreale e al tempo stesso evocativa, a cominciare dai nomi dei personaggi (i miei preferiti sono Costantino Bellimbusti e Duccio Colabrodi), e le storie sono improbabili, ciniche, grottesche, eppure assolutamente credibili, tanto che ci sembra di averle vissute, o di poterle vivere, in prima persona. Seimila gradi di separazione di Bruno Ventavoli fortifica le difese immunitarie dell'intelligenza. È dunque anche per ragioni di emergenza sanitaria che mi permetto di candidarlo al Premio Strega.»