Libro candidato da Sabino Cassese al Premio Strega 2021
«Un romanzo-novella che ricorda gli apologhi di Voltaire, Candido e L'ingenuo calati nel nostro mondo contemporaneo, quietamente postmoderno. Vi si scorge sullo sfondo anche qualcosa di Borges, della sua narrazione cadenzata» - Marco Belpoliti, la Repubblica
«Nel racconto, che nasconde molti risvolti e sorprese, si intrecciano una riflessione eraclitea su mutamento prodotto dal tempo sull'uomo e un apologo sul disordine che sembra dominare il presente» - Sabino Cassese
«Tra Pirandello, Borges e i racconti fantastici di Buzzati, Ainis narra delle possibilità che si schiudono a chi come reazione all'assurdo sa disancorarsi dalla rigidità dell'io, smettendo di guardare l'abisso un attimo prima che l'abisso lo guardi» - Giuliano Aluffi, il Venerdì di Repubblica
Una mattina Oscar, professore associato di Giurisprudenza, si guarda allo specchio e scopre d'essere diventato un altro. Lì per lì pensa a un'allucinazione, ma ben presto s'accorge che colleghi e conoscenti non lo riconoscono, lo trattano da estraneo, sicché adesso dovrà imparare a convivere con le sue nuove sembianze. Allora parte per il paese di mare dove trascorreva l'estate da ragazzo, cercando in questo spaventoso cambiamento un'opportunità per cominciare daccapo. Vi incontra la sua vecchia fidanzata, insieme a una galleria di personaggi fuori dalla norma, mentre attorno a lui si moltiplicano i segni d'uno stravolgimento collettivo. Oscar non è l'unico, infatti, ad aver subito la metamorfosi, diffusa come un morbo che non si può più tenere nascosto e che in ultimo disgrega la società civile, insieme alla politica. Ormai nessuno sa più qual è il suo nome, il suo destino, il suo posto nell'ordine sociale. Michele Ainis costruisce un romanzo immaginifico, con una storia che è insieme una metafora del tempo in cui viviamo. E accompagna Oscar in un viaggio letterario tra fughe d'amore e nostalgie profonde, tra smarrimenti individuali e crisi generali, tra regole assurde e libertà promesse, in un mondo a sua volta assurdo, eppure così simile alla nostra realtà.
Proposto da
Sabino Cassese al Premio Strega 2021 con la seguente motivazione:
«Un professore, un giorno, scopre d’aver un altro volto, un altro corpo. Nessuno lo riconosce. Intraprende un viaggio, alla ricerca di qualcuno che non gli chieda chi è, o che lo riconosca, sia pure nelle nuove sembianze. Nel luogo dove andava in vacanza da piccolo, c’è chi lo ricorda, ma vi sono anche molti che hanno cambiato la loro identità. La storia continua sul filo di un passato che si lega al presente, di corpi e menti che mutano. Nel racconto, che nasconde molti risvolti e sorprese, si intrecciano una riflessione eraclitea sul mutamento prodotto dal tempo sull’uomo e un apologo sul disordine che sembra dominare il presente. Stendhal ha distinto il raccontare narrativamente dal raccontare filosoficamente. Ainis, alla terza prova con il genere, sa raccontare narrativamente una vicenda che nasconde una più profonda narrazione filosofica, riprendendo la linea di svolgimento che va da Ovidio a Kafka, gli autori di “poemi sui corpi che in un mondo precario sono messi in pericolo” (sono parole lasciateci dal grande filologo classico e critico letterario statunitense Charles Segal prima di morire, introducendo, con un magistrale saggio una delle più belle edizioni delle Metamorfosi di Ovidio).»