Curata dal musicologo Jacopo Tomatis, questa raccolta di interviste rappresenta un documento che attraversa i quarantacinque anni di car-riera di una delle più grandi icone pop del nostro paese. Un'opera che ci ricorda che una canzone può terminare in qualunque momento, ma la sua musica continuare a risuonare: «Ma sì, è la vita che finisce / ma lui non ci pensò poi tanto. / Anzi si sentiva già felice / e ricominciò il suo canto».
«Interviste che Dalla ha concesso con debordante generosità e, spesso, impennate surreali. […] Ne emerge una figura sfaccettata e complessa.» - Alias
«Di Dalla non si può che essere feticisti e quindi ossessionati da tutte le tracce, le storie, i segni. Aveva qualcosa di divino come Mozart e Lennon.» - Simonetta Sciandivasci, Il Foglio
«Il ritratto di un artista sinceramente popolare, che concepiva la musica come slancio verso gli altri.» - Giulia Cavaliere, Rolling Stone
«Era un artista visionario e coraggioso, completamente fuori dagli schemi, e sempre proiettato verso il futuro: già molti anni fa presagiva ciò che sarebbe accaduto alla musica di oggi» - Ghemon su L’Espresso
Lucio, chi sei tu? Un clarinettista jazz, un beatnik, un solista ventenne a Sanremo, un cantautore, uno dei più rivoluzionari musicisti della canzone italiana, una popstar globale adorata da quattro generazioni diverse? Lucio, dove vai? Nella tua Bologna in cui non si perde neanche un bambino, a Roma dove la sera fa miracoli, tra il caos di Corso Buenos Aires, nella Napoli il cui mare luccica? Lucio, cosa salvi dei momenti colorati che tu chiami vita? I dischi con il poeta Roberto Roversi, i concerti con De Gregori e Ron, le automobili delle Mille Mi- glia, «Caruso» cantata assieme a Luciano Pavarotti davanti a milioni di telespettatori? Ti contraddici, Lucio? Certo che ti contraddici: contieni moltitudini. E per fortuna le hai condivise con il mondo. "E ricomincia il canto" è un viaggio nell'irripetibile, proteiforme, spettacolare esistenza di Lucio Dalla, narrato dalle sue stesse parole. Il ritratto di un artista che non si è mai negato ai microfoni, concedendosi generosamente a intervistatori di tutti i tipi - da Giorgio Bocca a Gianni Morandi, da Monica Vitti a Vincenzo Mollica - ed esponendosi fino a mettere a nudo la sua più profonda intimità: la morte del padre a sette anni, l'intenso rapporto con la madre, i palchi calcati da adolescente auto- didatta al fianco di Charles Mingus, Bud Powell ed Eric Dolphy, i film con i fratelli Taviani e Mimmo Paladino, la passione per il basket, la devozione per Padre Pio, l'amore e il sesso, la creatività, la censura, le opinioni su venerati maestri e giovani esordienti - da Chet Baker ad Alanis Morissette, da Prince ai Nirvana -, le malinconie e le paure.