Frutto di una rubrica settimanale di grande successo tenuta da Eshkol Nevo sulle pagine di Vanity Fair, una serie di racconti brevi, ispirati da una parola per ogni lettera dell'alfabeto, che ora sono diventati un libro di grande successo.
«Eshkol Nevo maneggia i sentimenti con una disinvoltura che sorprende. Nel caso di questo Vocabolario dei desideri, anche più del solito: perché poi ogni parola scelta – che sia «Perdono» o «Verità», che sia più tangibile come «Hotel» o «Oregon» – subito si incarna in un preciso sentimento, e quel sentimento, con una velocità miracolosa, diventa una storia». - Ttl – La Stampa
«Nevo, con la consueta abilità nel tessere mosaici di storie, parte dalla parola desiderio per esplorare un ampio spettro dei sentimenti e delle relazioni umane». - Il Messaggero
«Un viaggio nell’animo umano, nella costellazione dei desideri, dei sentimenti e degli impulsi». - Il Piccolo
A come Amore, B come Baci, C come Confessione, D come Desiderio… Sono ventisei, tante quante sono le lettere dell’alfabeto, le storie contenute in questo libro, frutto di una rubrica settimanale di grande successo tenuta da Eshkol Nevo sulle pagine di Vanity Fair. Raccolte tutte insieme, costituiscono un’opera indispensabile per i lettori dell’autore della Simmetria dei desideri e di Tre piani, un originale viaggio all’interno della costellazione dei desideri, dei sentimenti e degli impulsi da parte di uno scrittore capace di penetrare come pochi nelle pieghe più riposte dell’animo umano. C’è la F di Ferita, dove un piccolo incidente capitato in un supermercato può cambiare il significato di parole grosse come «razzismo» e «antirazzismo»; la G di Guerra, dove una Escape room diventa pretesto, per un ex pilota, di rievocare il passato; c’è la I di Italo Calvino, in cui una passeggiata per le vie di Rondovia, una città progettata perché nessuno dei suoi abitanti si trovi a incontrare per strada un amore del passato, dà la sensazione di averla già conosciuta attraverso le pagine delle Città invisibili. Storie, dalla A alla Z, attraversate dalla «perturbante fragilità» e, insieme, dalle «ambizioni vanagloriose» (Alessandro Piperno) dei personaggi di Nevo al cospetto della forza dirompente dell’amore e del desiderio.
COME COMINCIA
Ho detto amore a quattro donne. Con una mentivo. Una, quando gliel’ho detto era sposata con un altro. Con una non ho mai fatto sesso. Mi ha respinto. Con tre ho convissuto. Da tutte e quattro mi sono separato almeno una volta. Da due sono tornato. Tutte e quattro erano primogenite e tutte avevano gli occhi marroni o neri. Una non vive più in Israele. Una vive con me. Una vive in una roulotte e una si è rifugiata a casa mia insieme ai figli all’inizio dell’operazione Margine di protezione. Per tre di loro farei, ancora oggi, qualunque cosa. Per una no. Non lo merita. Nonostante non se lo meriti, ancora oggi prima di addormentarmi ho delle fantasie. Sulle altre invece no. Nessuna di loro ha mai incontrato l’altra. Se non nella mia testa.