Gooodbye Afghanistan

Fabio Pandolfini
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Editore: Youcanprint
Codice EAN: 9791221439762
Anno edizione: 2022
Anno pubblicazione: 2022
Dati: 232 p.
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Descrizione

"Gooodbye Afghanistan" non vuole essere la parodia del celebre film "Good Morning Vietnam" con Robin Williams, ma l'addio stentoreo e reverente a un paese, l'Afghanistan per l'appunto, nel quale lo scrittore ha colà vissuto per alcuni mesi, e che nel 2021 ha cambiato ancora una volta il corso della sua millenaria storia. Le speranze di un futuro migliore sono state infrante in un giorno di mezz'estate, quando i talebani sono piombati a Kabul a bordo dei loro pick-up brandendo i kalashnikov e sventolando le bandiere con shahadah nera. Purtroppo quando si parla di Afghanistan si è portati a pensare alle guerre, alle violenze, ai diritti negati, alle donne con il burka e ai talebani. Individui che hanno conquistato il consenso di una popolazione ormai stanca della presenza occidentale, colpevole di aver imposto un modello di vita che non era il loro. Ma a favorire gli "Studenti di Dio" hanno anche pesato le tradizioni religiose, arcaiche ed etniche, tra queste i diritti e l'emancipazione femminile, non accettate da una grande fetta della popolazione. Questo libro, pur ripercorrendo in parte la storia degli ultimi vent'anni, dall'11 settembre fino al ferragosto del 2021, vuole anche trasmettere altri aspetti storici e sociali di questo paese. Come la vita della capitale negli anni sessanta ai tempi della Belle Epoque del Re Zahir Shah, quando gli hippie europei a bordo dei loro furgoni Volkswagen Bullit scorrazzavano per l'Afghanistan fumando hashish. E delle donne afghane con le minigonne che frequentavano l'università o passeggiavano per i viali simili ai boulevard parigini al pari delle loro coetanee occidentali, consapevoli dei loro diritti sanciti dalla Costituzione, anche se molto limitati nella realtà. E poi le numerose etnie, retaggio delle invasioni, che da una parte portano diversità di idee, ma dall'altra sono un problema, poiché esprimono il senso di appartenenza che per un afghano è un concetto che sta al di sopra di tutto. Non si può non parlare di arte e cultura, la cui testimonianza si concretizza nelle rovine delle fortezze e nello splendore delle moschee, dal momento che guerre e religione hanno sempre inciso nella vita del paese. E che dire del Ring Road, un infernale anello stradale che congiunge le principali città per migliaia di chilometri, costruito per unire le etnie e per lanciare l'economia e diventato poi un'arteria contesa e intrisa di sangue. Infine, la testimonianza diretta dell'autore che ha vissuto nelle sabbie afghane i periodi più pericolosi della sua vita, ma che sono stati anche i più umani ed esaltanti. C'è tanto da sapere su questo paese che ha una sua bellezza primordiale condensata in una frase: L'Afghanistan o lo si ama o lo si odia.