La madre di tutte le autostrade. Ediz. illustrata

Roberto Nicolucci
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Editore: Roberto Nicolucci Editore
Codice EAN: 9791255420132
Anno edizione: 2024
Anno pubblicazione: 2024
Dati: 64 p., ill., brossura
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Descrizione

La storia italiana passa anche, e forse soprattutto, dalle sue strade. Roberto Nicolucci, dopo la carrellata di ponti “che uniscono”, ci guida sulle corsie dell’A8, quella che è stata definita l’autostrada più bella del mondo dal nostro Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché prefatore di questo libro. Meglio conosciuta come la Milano Laghi, questo tratto stradale quest’anno compie cento anni. Parliamo di un’infrastruttura così tanto intrecciata con la storia del nostro paese che è impossibile non fare riferimento al contesto politico e sociale dell’epoca. Ricco di cenni artistici e riferimenti di cultura “pop” questo tributo, dovuto, è per addetti ai lavori e non. Per svago, per lavoro, di corsa o alla giusta velocità, tutti, da guidatore o da passeggero, hanno percorso almeno una volta questi tratti stradali a più corsie, probabilmente però senza mai chiedersene la storia o la progettazione; troviamo in questo volume, ben spiegate da Nicolucci, tutte le motivazioni e i passaggi che hanno portato alla nascita e allo sviluppo della rete autostradale nostrana, nata “dall’intuizione di un ingegnere e imprenditore edile scomparso a Milano nel 1951”, come ci ricorda il prefatore di questo volume. Una strada senza “incroci a raso con altre arterie, riservata al traffico veloce delle auto e dei veicoli a motore, escludendo ogni altro veicolo, con il pagamento di un pedaggio per coprire le spese di costruzione e di gestione”, così la immagina e la progetta Pietro Puricelli, il “padre” delle autostrade. Era il 1924 e si inaugurava, con il sovrano in prima linea, la Milano Laghi; “non esistono callaie insidiose, carri e carrozze da schivare o ciclisti o simili da mandare all’altro mondo. Si divora la strada con ebbrezza, ci si riconcilia con tutto e con tutti, anche con le automobili” uno dei primi commenti a caldo dell’epoca, di Giuseppe Bavilacqua, dalle pagine di “Tribuna”. L’ebrezza della guida… è l’inizio della storia. Attraverso l’immaginario finestrino di una Fiat 500 osserviamo il paesaggio italiano cambiare seguendo il flusso del progresso. Da Tondelli a Dalla, passando per Calvino, tutti i grandi autori hanno tratto ispirazione dallo scorrere costante dei paesaggi autostradali, che diventavano l’occasione perfetta per far fluire pensieri e riflessioni. “Dai ponti si guarda il mondo, sulle strade lo si percorre provando ad abitarlo” – ci dice Nicolucci – e allora, radio a palla, ci immergiamo in questo squarcio di quotidianità italica che si articola a suon di automobili. Dalle utilitarie alle sportive, in Italia l’auto ha sempre definito lo status quo di una persona, la velocità era il metro di giudizio. Sulla scia di un Futurismo non all’apice – ma ancora vivo – il cinema attinge a piene mani da questa spinta del progresso e sfrutta il manto autostradale come un vero e proprio palcoscenico… ci troviamo così a bordo di un auto sportiva, insieme a Mastroianni e a una stupenda Loren, proprio sull’A8 che scorre lenta ma che segue – come un terzo protagonista – i due attori, che danno prova di una magistrale recitazione e di un sodalizio artistico unico. Dopo De Sica ci penseranno poi Luchini, Dino Risi e Rosi a portarci in viaggio sulle nuove arterie autostradali. Così Nicolucci ci accompagna nelle decadi dell’evoluzione del nostro paese mescolando cultura e infrastrutture, rivelando quanto la mobilità sia, in primis per noi italiani, sinonimo di libertà. Prefazione di Matteo Salvini.