Te che sei la mia Roma

Umberto Livadiotti
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Editore: Momo Edizioni
Codice EAN: 9791280298478
Anno edizione: 2024
Anno pubblicazione: 2024
Dati: 160 p., brossura
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Descrizione

«La Roma non si discute, si ama». «Questo motto esprime alla perfezione la dedizione assoluta con cui il pubblico capitolino ama rap-presentare la sua passione per la squadra giallorossa. Un amore senza interesse, una fedeltà cani-na. Una devozione gratuita e incrollabile, “a prescindere”, indifferente all’amarezza dei risultati e, soprattutto, manifestata senza alcuna vergogna». Questo libro è il libro sulla Roma che non è mai stato fatto. Il tifoso dell’As Roma, infatti, è una per-sona che vive la sua squadra con un fervore para-religioso. Non si comporta in modo ordinario e i tratti della sua condotta – tanto allo stadio quanto nella vita quotidiana – ne fanno un fenomeno cul-turale estremo.I comportamenti della tifoseria romanista, quando vengono separati dalla vera e propria mitologia che li determina e li circonda, appaiono incomprensibili. Questa mitologia (aggiornata fino a i giorni nostri) è il centro gravitazionale del libro di Livadiotti (stu-dioso e, of course, romanista):dal campo di Testaccio al gol di Turone, da Di Bartolomei a Zeman, fino a Mourinho e al «Capitano» Francesco Totti. Questo libro si assume la responsabilità di «pren-dere sul serio» il fenomeno popolare del travolgente tifo romanista e di tentare di spiegarlo sia a chi ha il cuore giallorosso, sia a chi non ce l’ha. «Tifare significa essere convinti di aver tessuto una relazione sentimentale con la squadra oggetto del nostro amore ed è proprio sui seggiolini di una Curva, o attaccati alla radio, o davanti a uno schermo, e poi nelle interminabili discussioni al bar, o a scuola e in ufficio, che si impara a sentire, riconoscere, dominare, esternare, gestire le proprie emozioni. In particolare a godere di un rapporto amoroso sfuggente a ogni definizione, a volte dedizione religiosa, a volte desiderio carnale, a volte cura paterna, a volte passione cavalleresca. Come se immaginando il nostro modo di tifare imma-ginassimo le forme dell’amore. Un amore al tempo stesso tossico e vitale».